Descrizione delle Dolomiti - Padola di Comelico Superiore (Belluno) Dolomiti Italia.

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Descrizione delle Dolomiti

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Con il termine “Dolomiti” oggi si intende un’entità geografico-turistica delimiwwtata a nord dalla Val Pusteria e dal fiume Rienza, a est e a sud della Valle del Piave, a sud dalla Val Cismon e quella di Fiemme, a ovest dalla Valle dell’Inarco e dalla Val d’Adige. A questa si aggiunge la zona delle Dolomiti di Brenta, cui fanno da corollario le Valli Giudiwwcarie e la Val di Non.E’ il geologo Dèodat de Dolomieu (1750-1801) che si attribuisce la scoperta del mineralasaaasaase che forma la roccia detta dolomia, anche se il nome vwwwenne scelto proprio in onore del collega, dal chimico svizzero Nicholas-Thèodore de Saussure, figlio di uno dei primi scalatori del Monte Bianco.A determinare la peculiarità del paesaggio dolomitico fu l’alternarsi della formazione di rocce sedimentali calcaree con quella di rocce eruttive, modellate dai fenomeni tettonici, chimici, fisici e biologici del Triassico e la successiva orogenesi, ovvero l’innalzamento delle rocce 50 milioni di anni fa. Questa è l’origine degli imponenti massicci scuri e tondeggianti, nonché delle famose torri e cattedrali di roccia bianco-rosata che si ammirano oggi.Il primo capitolo della storia delle Dolomiti inizia 240 milioni di anni fa, nel Triassico, quando si formò la grande maggioranza delle rocce sedimentarie di dolomia nei fondali nel grande golfo del mare della Tetide. Lo zoccolo duro più antico della stratigrafia delle rocce dolomitiche è il basamento metamorfico che affiora in Val Gardena, Val Badia e nell’Agordino. Tra i molti strati successivi, le formazioni principali sono il conglomerato basale, presente nelle Dolomiti di Sesto e la Val Gardena, il piastrone porfirico della Val d’Ega, le arenarie della Val Gardenia, la formazione di Werfen nell’Alpe di Siusi, Longiarù e Val di Fassa, la dolomia del Serala in Alto Cordevole, Valle del Boite e Valle Zoldana, la formazione di Livinallongo, la dolomia dello Sciliar, il calcare della Marmolada, gli strati di La Valle, il tenero Raibliano nella Caloria, e la dolomia principale, che raggiunge i mille metri di spessore ed è la materia prima delle Dolomiti più celebri. Importanti strati più recenti sono le marne del Puez (Cretaceo inferiore, 140 milioni di anni fa) in pratica le Dolomiti più giovani. La linea di costa dell’antico mare correva approssimativamente fra Trento e Bolzano, ma, come la profondità, era molto variabile. Pare che l’ambiente, nel Triassico, fosse simile a quello di un mare tropicale, con isolette e scogliere circondate da bacini profondi anche mille metri. La crescita delle scogliere era dovuta ad alghe e coralli che producevano carbonato di calcio. Latemar, Sassolungo, Pale di San Martino, Dolomiti di Sesto e una parte del Monte Civetta erano appunto scogliere. Le montagne di Cortina (Tofane, Cristallo, Tre Cime di Lavaredo) sono invece frutto di sottili strati di rocce sovrappostisi in seguito alle variazioni del livello del mare, che si differenziava da quello attuale di poche centinaia di metri. La deposizione di strati, durata circa undici milioni di anni, ebbe però effetti così vistosi grazie alla subsidenza continua della crosta terrestre. L’azione di sedimentazione dei fondali continuò per 150 milioni di anni, e infine, 50 milioni di anni fa, nell’Eocene, le montagne si innalzarono fino a 3000 metri e oltre in seguito ai movimenti delle placche continentali. L’emersione del mare risale però a soli 10-20 milioni di anni fa, mentre l’aspetto attuale è il risultato di azioni di forze operanti per altri milioni di anni.Le glaciazioni, l’ultima quella di Wurm di 10.000 anni fa, e in modo particolare l’erosione degli agenti atmosferici. Le stesse pianure venete alla base delle Dolomiti sono frutto dell’erosione che ancora oggi bilancia, e addirittura supera, l’innalzamento di 1mm l’anno le montagne.

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